Cinema

Parolario non poteva non celebrare il centenario della nascita del più grande maestro del cinema europeo del Novecento. Ma in un anno dedicato alla “Felicità”, come proporre Ingmar Bergman che, fin dalle sue primissime sceneggiature, ha fatto del dramma, a tinte anche fortissime, il veicolo principale per la sua personalissima idea della settima arte? Eccoci, allora, a riscoprire un Bergman meno conosciuto, ma non meno importante: quello che, sporadicamente, si dà alla commedia. Dapprima timidamente: “Donne in attesa” è un film a episodi incorniciati da una tipica situazione bergmaniana. Quattro donne, tutte cognate fra loro, attendono gli sposi e raccontano le loro vicende coniugali. Si raccontano tradimenti, conflitti familiari, incomprensioni, vere e proprie ingiustizie quando, inattesa, Karin (il nome della madre di Bergman che torna a più riprese nella sua filmografia), interpretata da Eva Dahlbeck, una delle prime grandi signore dello schermo del regista svedese, confessa un episodio esilarante. Lei e il marito (Gunnar Björnstrand, altro attore - feticcio) bloccati in ascensore nel piendo del l’ennesimo litigio, si rinfaccian allegramente cattiverie e scappatelle ritrovando così l’antica passione. Un’improvvisa svolta comica che decretò il successo del film presso un pubblico più tradizionale di quello che, siamo nel 1952, aveva appena iniziato a seguire il regista. Di poco successivo, 1954, quindi, è “Una lezione d’amore”, che ritrova entrambi gli interpreti estendendo il tono da commedia leggera a tutta la pellicola, con un grande successo di critica e di botteghino. L’anno dopo, quello che firma “Sorrisi di una notte d’estate” è un Bergman già maturo e affermato. Per questo celebre e ancora fresco esercizio di leggerezza, che nasconde una profondità agrodolce, si unisce anche Bibi Andersson, in un piccolissimo ruolo, alla sua prima collaborazione con Bergman. È quest’ultima la protagonista de “L’occhio del diavolo”, assieme al languido Don Giovanni redivivo di Jarl Kulle. A quel punto si parla del regista già come di un maestro: dopo “Sorrisi di una notte d’estate”, infatti, Bergman ha realizzato capolavori come “Il settimo sigillo”, “Il posto delle fragole”, “Il volto” e “La fontana della vergine”, raccogliendo meritatissimi premi e diventando un punto di riferimento per la cinematografia mondiale. Per questo lascia sgomenti “A proposito di tutte queste signore”, sorta di personale rilettura di “8 ½” (l’amore per Fellini era assolutamente reciproco), per la prima volta nello splendore di un colore che evidenzia la bravura di Sven Nykvist, leggendario direttore della fotografia fino ad allora conosciuto per il nitore del suo bianco e nero, inatteso passo (falso) nella commedia slapstick, con echi di “Hellzapoppin’” e, forse, lontana dalle corde di Bergman, ma non per questo meno godibile.

 

14 Giugno 2018, Villa Olmo, ore 22.30
“Donne in attesa” (Svezia, 1952, 107 minuti, b/n) di Ingmar Bergman
Con Carl Ström, Gerd Andersson, Björn Bjelfvenstam, Maj Britt Nilsson e Jarl Kulle

16 Giugno 2018, Villa Olmo, ore 22.30
“Una lezione d'amore” (Svezia, 1954, 95 minuti, b/n) di Ingmar Bergman
Con Eva Dahlbeck, Gunnar Björnstrand, Yvonne Lombard, Harriet Andersson e Ake Gronberg

19 Giugno 2018, Villa Olmo, ore 22.00
“Sorrisi di una notte d’estate” (Svezia, 1955, 110 minuti, b/n) di Ingmar Bergman
Con Eva Dahlbeck, Ulla Jacobsson, Gunnar Björnstrand, Bibi Andersson e Harriet Andersson

21 giugno 2018, Villa Olmo, ore 22.00
L’occhio del diavolo (Svezia, 1959, 87 minuti, b/n) di Ingmar Bergman
Con Bibi Andersson, Gunnar Björnstrand, Jarl Kulle, Stig Järrel, Nils Poppe e Gertrud Fridh

22 giugno 2018, Villa Olmo, ore 22.00
“A proposito di tutte queste signore” (Svezia, 1964, 80 minuti, col.) di Ingmar Bergman
Con Bibi Andersson, Harriet Andersson, Eva Dahlbeck, Allan Edwall, Jarl Kulle e Axel Düberg


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